Annamaria Cuozzo

Sono madre di tre figli e, dal 1983 faccio l’ostetrica.
Dopo diverse esperienze in consultori e strutture ospedaliere ora, svolgo la mia professione a Milano come libera professionista. Nel passato, il contatto con l’universo femminile più variegato che ho incontrato, mi aveva messo di fronte ad una realtà amara: il mio vissuto di madre non collimava con quello di molte di quelle donne.
Infatti, incontravo donne che, loro malgrado, erano totalmente inconsapevoli della fisiologia e dell’anatomia dei loro corpi che venivano subiti, piuttosto che abitati e percepiti.
Non riuscivo a sentire l’alone di mistero che è in ogni gravidanza: la forza e la potenza del parto e dell’allattamento venivano occultate e rubate.
Corpi celati, violati, dissociati e separati.

Approfondisco allora le mie conoscenze sulla nascita con Leboyer, Odent, Kitzinger e Balaskas. Attraverso i loro seminari, scopro quanto, il mio vissuto personale di madre, sia più vicino alla verità e alla fisiologia, di quanto non lo siano stati i vissuti percepiti nell’ambiente ospedaliero.

Durante un seminario sul trauma di nascita, condotto da De Grange, ho avuto modo di verificare, direttamente nel mio corpo, il bisogno di accoglienza, di pace, di accettazione e di rispetto che ha un bambino che viene al mondo.

I traumi che subiamo, se non vengono metabolizzati, permangono nel nostro corpo dove si cristallizzano causando blocchi e tensioni che impediscono il libero fluire dell’energia vitale; in questo modo non possiamo vivere in pieno la nostra vita. Un’interferenza nel processo di nascita-evoluzione crea corpi dissociati.
Un utero caldo e accogliente faciliterà l’annidamento: il sentirci accettati ci nutrirà in utero; il rispetto e la pace ci renderanno vivi, vitali e integri se, al momento del parto, li riceviamo come doni che ci spettano.

Da allora, per me, è stato difficile prendere le forbici e tagliare, anche se “il cordone aveva smesso di pulsare”: non mi bastava più aspettare e informare il bambino, il momento del taglio era carico di apprensione e disagio.

Poi, compare Jennifer che mi chiede assistenza per una nascita Lotus Birth® e in seguito, altre mamme. Amala, Sami, Francesco, Teresa, Aliseo, Noah, Muni hanno contribuito alla mia evoluzione.
La lentezza, la pace, il rispetto e la possibilità di ascoltare il neonato e se stessi in profondità, fanno sì che si instauri un dialogo magico: nessuno prevarica l’altro e non viene interrotta alcuna energia.
In questo spazio unico e prezioso chi accoglie ha l’opportunità di evolversi, guarendo antiche ferite per ritrovare l’integrità perduta.
Chi viene accolto conserva la propria integrità, potendo così abitare il corpo con gioia e consapevolezza.